Decreto sicurezza, le indicazioni del Ministero ai prefetti per i bandi deserti. Legacoop: “tornare all’accoglienza” - #Accoglienza Toscana
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Decreto sicurezza, le indicazioni del Ministero ai prefetti per i bandi deserti. Legacoop: “tornare all’accoglienza”
È uscita il 5 febbraio la circolare del Ministero dell’Interno “Nuovo schema di capitolato di appalto per la fornitura di beni e servizi relativi alla gestione del funzionamento dei centri di prima accoglienza”. Quella diffusa non è una modifica della quota massima pro capite o dei servizi da affidare rispetto a quelli definiti nel Capitolato di gennaio 2019, ma un’apertura alla possibilità di rimodulare le prestazioni richieste entro i margini consentiti in caso di “bandi deserti”, e di incrementare il personale di sorveglianza.
Le modifiche apportabili al capitolato
La circolare, firmata dal direttore del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, propone l’avvio di una specifica “procedura negoziata di affidamento” a tutte le Prefetture i cui bandi siano andati completamente deserti. Secondo il Ministero infatti, la completa mancanza di offerte sarebbe “una situazione talmente limite che legittima il ricorso alla procedura negoziata senza bando”. Attraverso questa procedura, le Prefetture potranno individuare almeno cinque operatori economici da consultare per stabilire l’offerta migliore, a condizione che queste non modifichino le condizioni iniziali del contratto in modo sostanziale.
Una soluzione temporanea questa, che consente di risolvere “Il problema contingente di collocazione dei migranti” ma che, secondo il Ministero, non esime le Prefetture dalla necessità di “condurre una riflessione sulle cause della mancata risposta del mercato”.
Proprio per questo, la Circolare offre indicazioni alle Prefetture utili a “rimodulare i bandi che in prima pubblicazione hanno riscontrato la totale assenza di offerte.” In particolare, i motivi di disinteresse e le relative soluzioni individuate nella circolare sono tre, che approfondiamo qui di seguito.
1. Caratteristiche dell’oggetto dell’affidamento
Nelle modifiche da apportare al capitolato, non è possibile rimodulare le caratteristiche del servizio già richieste nel capitolato tecnico e nelle relative specifiche tecniche. E’ legittimo invece modificare le prestazioni richieste in termini di tipologie di strutture d’accoglienza. Tenuto conto che “l’offerta di alloggi risulta disomogenea da zona a zona”, il Ministero suggerisce che “si potrebbe procedere, ove fosse andata deserta una gare che prevede una determinata tipologia di alloggi, a pubblicare un bando che preveda una diversa tipologia di strutture, anche suddividendo le gare in lotti territoriali più piccoli”.
2. Requisiti richiesti per l’accesso alla gara
Secondo la circolare, resta possibile per le Prefetture ridefinire anche i requisiti economico-finanziari e tecnico-professionali. Laddove l’ostacolo alla partecipazione dipenda da requisiti troppo stringenti, le Prefetture potrebbero “rimodulare tali requisiti, tarandoli in relazione alle caratteristiche dei potenziali operatori economici presenti sul mercato”.
3. Prezzo a base d’asta
Risulta modificabile infine anche il prezzo a base d’asta per l’assegnazione del servizio di accoglienza. Secondo il Ministero, l’obiettivo prioritario dei bandi resta quello di “assicurare livelli uniformi di accoglienza nel territorio nazionale in relazione a ciascuna tipologia di centro”, e questo obbliga chi affida l’appalto a garantire un medesimo standard di servizi in conformità con quanto già espresso negli avvisi andati deserti.
Proprio in virtù di questo obiettivo prioritario è possibile ridefinire la base d’asta che, spiega la circolare, è sempre frutto di una “stima dei costi medi” che “non è detto che riescano a rendere conto della variabilità, anche estrema, che si può verificare nei dati registrati in ambito locale”. Un caso questo che è “particolarmente vero con riferimento al costo della locazione di immobili, che può presentare una notevole variabilità anche nell’ambito di territori ristretti”.
Il commento di Legacoop: buon senso, ma serve tornare all’inclusione sociale
“Un primo passo apprezzabile e di buon senso” commenta Marco Paolicchi, responsabile delle cooperative sociali di Legacoop Toscana, “ma il problema vero è che sembra che nell’ultima circolare non ci sia traccia delle questioni principali per cui abbiamo sempre combattuto, e cioè il ripristino delle attività di integrazione e accoglienza vera e propria eliminate dal Decreto Sicurezza. Ci si sofferma soltanto sulla possibilità di un incremento economico in materia di sorveglianza, ma il principale motivo per cui i bandi in Toscana sono andati deserti non è certo l’aspetto economico in senso stretto, quanto l’oggetto delle attività che oggi ci vengono richieste - un lavoro di guardiania che non ci compete, a scapito delle fondamentali attività di promozione dell’autonomia. Non siamo guardie carcerarie, noi qui facciamo ben altro”.
Una mancanza che potrebbe peggiorare nel caso in cui i bandi vadano ulteriormente deserti anche dopo le modifiche. “A quel punto, secondo la circolare, le Prefetture potrebbero eliminare requisiti di accesso come i tre anni di esperienza pregressa, per facilitare la partecipazione di altri soggetti” spiega Paolicchi, “ma questo vorrebbe dire aprire il mercato a organizzazioni che non hanno nella loro storia obiettivi di integrazione e armonia sociale. Uno scenario molto preoccupante.”
Chi fa accoglienza in Toscana, spiega Legacoop, continua quindi a sperare nella revisione del Decreto Sicurezza prospettata negli ultimi giorni. “Speriamo che sia vero quel che si legge sui giornali, e il ritorno all’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo è la prima modifica principale che ci aspettiamo. Proprio questo è uno dei nodi da sciogliere perché i gestori possano garantire servizi di inclusione ai suoi ospiti. Di conseguenza speriamo poi che questi stessi servizi tornino anche ad essere indicati all’interno dei bandi stessi, come già prima del Decreto Sicurezza. E che la vera accoglienza torni ad essere l’attività principale che si richiede ai Centri di Accoglienza Straordinaria”.
Per leggere la circolare del Ministero, clicca qui
Immagine tratta da: Pexels.com