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Immigrazione, Impresa e Lavoro: Regione Toscana dedica un convegno all’impatto delle persone straniere sull’economia locale e inaugura un Osservatorio

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Qual è il contributo che lavoratori e imprenditori stranieri hanno sull’economia locale? E quale l’apporto benefico del sistema toscano di accoglienza? 
È a queste domande che ha voluto trovare una risposta “Immigrazione, Impresa, Lavoro. Scenari di una Toscana in trasformazione”, il convegno di Regione Toscana che si è tenuto al Teatro alla Compagnia di Firenze nella mattina dello scorso lunedì 17 giugno. 

La giornata di approfondimento è stata tenuta da IRPET, Caritas Italiana, Fondazione Leone Moressa e dal Centro Studi IDOS, che fonderanno presto insieme al Foro Neodemos un Osservatorio sulle Migrazioni. All’evento hanno anche partecipato in maniera attiva, arricchendo i contributi dei ricercatori con il proprio punto di vista, i referenti di CGIL Toscana, CISL Toscana, UIL Toscana, CNA, Unioncamere Toscana, Confindustria Toscana, Confcooperative - Federsoldiarietà Toscana, Legacoop Toscana, Forum del Terzo Settore e Fondazione Finanza Etnica.

Stranieri e lavoro in Toscana: numeri e interpretazioni

A dispetto di un dibattito pubblico dominato dal rischio di un’invasione e dalla difficoltà ad accogliere flussi crescenti di migranti, i numeri messi a disposizione dal dossier statistico sull’immigrazione 2018 di IDOS e raccontati da Luca Sciullo parlano di una diminuzione della crescita della popolazione straniera - e in particolare un incremento annuo del 2% nel 2017, contro quello del 12% registrato nel 2008. Ancora più ridotto il numero di richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale, il cui contributo benefico all’economia locale è stato al centro dell’approfondimento di Manuela De Marco di Caritas. Un impatto positivo che, a detta di Marco Paolicchi di Legacoop Toscana, rischia di subire una grave battuta d’arresto a seguito dei tagli drastici prescritti dalla legge 132, con ripercussioni importanti in termini occupazionali per gli italiani e per la “microeconomia di consumo e commercio che si è sviluppata a latere dell’accoglienza”. 

Difficile anche la situazione occupazionale di tutte le persone di origine straniera. In linea con le tendenze di altre regioni del Nord e del Centro, il tasso di disoccupazione della popolazione proveniente da paesi terzi registrato in Toscana è infatti del 16,8%, e cioè più del doppio dei cittadini nati in Italia (7,3%). 
Il dato, ha spiegato Di Sciullo, è imputabile a più fattori ma indica chiaramente il bisogno di spingere verso l’inclusione lavorativa dei cittadini di origine straniera. Non solo una questione di equità ma di integrazione, anche a detta del Presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo. “Vedo tante persone” ha raccontato Ranaldo, “che a partire dalla condivisione di un orario di lavoro si incontrano ed escono insieme. Perché i luoghi di integrazione non sono teorici, ma sono quelli fattivi delle aziende e degli uffici, dove bisogna intervenire in modo prioritario nella creazione di lavoro. Se c’è lavoro, tutto il sistema ne giova indipendentemente dalla provenienza delle persone”. 

Altrettanto importante la comprensione del fenomeno emergente e in costante crescita dell’imprenditoria straniera in Italia e in Toscana. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Leone Moressa e raccontati da Enrico Di Pasquale, a livello nazionale si contano 708.949 imprenditori nati all’estero, pari al 9,4% del totale degli imprenditori in Italia. Un numero che è cresciuto del 40% negli ultimi anni, a fronte di un calo del 10,5% del numero di attività imprenditoriali italiane - e che vale ancor di più per la Toscana, che oggi si attesta come terza regione per numero di imprenditori nati all’estero dopo Lombardia e Lazio. Nel corso del suo intervento, Di Pasquale ha spiegato come l’aumento di queste attività abbia giocato un ruolo di compensazione degli effetti della crisi economica, cogliendo la domanda di servizi più variegata tipica di una clientela etnicamente diversa e permettendo anche di fare da ‘ponte’ e attrarre nuovi investimenti dai paesi d’origine. 

“Abbiamo a disposizione dei dati importanti” ha confermato il Presidente della CNA Toscana Andrea Di Benedetto, “il 40% degli addetti nel settore edile è straniero. In tal senso stiamo parlando di un settore che è trainato sostanzialmente da manodopera non italiana e c’è un 10% di questi addetti che si mette a lavorare in proprio, creando nuove aziende. A questo punto la questione fondamentale non è se ma come possiamo accompagnare questo processo, perché questa forte pulsione a creare azienda da parte di chi arriva è la più grande fortuna che possiamo avere”. 

 

(Foto dell'evento)

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