“Artigiani del domani”: un progetto inclusivo per la formazione lavorativa di richiedenti asilo e non solo - #Accoglienza Toscana
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“Artigiani del domani”: un progetto inclusivo per la formazione lavorativa di richiedenti asilo e non solo
Sono tanti gli obiettivi che un richiedente asilo deve raggiungere per ottenere piena autonomia e potersi dire finalmente “cittadino” e non più semplice “ospite”. Uno dei traguardi più importanti, e forse il più difficile da conquistare, è quello di un lavoro stabile e appagante.
Ma come fare a facilitare il corretto inserimento degli utenti dei Centri di Accoglienza Straordinaria nel mercato del lavoro, ed evitare che siano costretti a scegliere tra la disoccupazione e forme di impiego mortificanti o irregolari?
Se lo sono chiesto gli operatori dell’Associazione ONLUS Arci Madiba di Pistoia, che lo scorso venerdì hanno inaugurato le lezioni di “Artigiani del domani”, un percorso formativo innovativo che mira a ridefinire la concezione di filiera formazione-lavoro per gli utenti dei CAS dell’Arci Madiba e non solo.
Grazie alle capacità di autofinanziamento dell’associazione e al sostegno della Fondazione Carlo Marchi, l’iscrizione è infatti completamente gratuita e aperta a tutti: agli ospiti di qualsiasi CAS della provincia di Pistoia come anche ai ragazzi con cittadinanza italiana che hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.
“Il percorso non nasce per favorire l’inclusione sociale dei soli richiedenti asilo” racconta al team di AccoglienzaToscana Alberto Zinanni, presidente della cooperativa e fondatore del progetto, “ma di tutti quelli che, come loro, sono in condizione di vulnerabilità nel mondo del lavoro. Ad esempio stiamo cercando di coinvolgere i ‘NEET’ italiani, e cioè i giovani disoccupati tra i 15 e i 30 anni che non godono di titoli di studio o corsi professionalizzanti. E in futuro vorremmo arrivare ai disoccupati Over 50 che fanno fatica a reinventarsi”.
La scelta di un target inclusivo è in linea con le raccomandazioni in materia di formazione lavorativa e di coesione sociale raccolte nel Libro Bianco, ma i punti di contatto non finiscono qui. “Ad oggi i laboratori in programma sono cinque: c’è falegnameria, che è già cominciato, e tra dieci giorni serigrafia. A fine giugno invece inizierà panificazione, poi a settembre ceramica e calzoleria” continua Zinanni, “ma in un’altra provincia forse avremmo scelto diversamente. Non è tanto il tipo di corsi che abbiamo scelto a rendere il progetto un buon modello, quanto il modo in cui siamo arrivati a sceglierli. Abbiamo chiesto consiglio ad alcuni giovani professionisti dell’artigianato di Pistoia, così da far incontrare le richieste del mercato del lavoro e la manodopera che formiamo. E questa è una logica che spesso rischia di sfuggire agli stessi Centri per l’Impiego, quando manca un ente ben radicato nella realtà locale che sappia leggerne il tessuto sociale ed economico”.
Un percorso condiviso orientato all’inclusività e all’ascolto del territorio, come anche all’incontro tra persone. “Quello che offriamo è un’occasione di scambio orizzontale più che una noiosa lezione frontale” racconta Alina Ibrahim, coordinatrice del progetto, “perché conoscendosi si impara con più gusto e si fa vera inclusione sociale prima ancora di creare opportunità di lavoro.”
Il progetto ha già attirato l’attenzione di altre cooperative per l’accoglienza e ad oggi conta 36 partecipanti, ma le iscrizioni sono ancora aperte. Con una speranza: quella di brandizzare i prodotti artigianali e arrivare ad autofinanziarsi attraverso i mercatini locali e una piattaforma online.