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Inclusione abitativa, parlano gli utenti: l’importanza della relazione

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Quello per la promozione dell’autonomia dei richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale è un percorso lungo e complesso, che richiede di mettere la persona al centro di un’offerta composita di servizi in materia linguistica, lavorativa, abitativa per rispondere a bisogno che spesso trascendono i tempi tradizionali previsti per la prima e seconda accoglienza. Ma come fare a mettere i cittadini di paesi terzi davvero al centro della ricerca di soluzioni abitative adeguate? 

A questa domanda cerca risposta il progetto pilota di Anci Toscana per Includ-EU: Regional and local expertise, exchange and engagement for enhanced social cohesion in Europe, capofilato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) che mira a sviluppare un nuovo modello per rispondere alle esigenze abitative temporanee di quei cittadini di paesi terzi che vivono in condizione di “transizione abitativa”. 
 
Le attività di ricerca e sperimentazione sono ancora in corso, ma un elemento emerge già con chiarezza dall’ascolto delle persone coinvolte nei quattro progetti: la soluzione per progetti personalizzati efficaci, passa anche e soprattutto dalla qualità della relazione tra le persone che vivono le soluzioni abitative, come inquilini o come operatori.  

A dirlo sono proprio i beneficiari di questi servizi. Dominic* frequenta il centro Solidarietà e Crescita, ed è entusiasta del rapporto con i suoi operatori, con altri utenti e con le comunità locali. "Mi hanno aiutato molto, ad inserirmi nel lavoro, nello studio”, ha raccontato ai ricercatori del progetto Includ-EU. “Per me questo progetto è stato molto importante e spero possa andare avanti ed aiutare molti: io ho fatto molte amicizie. Ma di solito è difficile conoscere persone nuove!"

Nell’ottica di una serena convivenza infatti, emerge come fondamentale anche coltivare relazioni di qualità con le persone che vivono i nuovi luoghi dell’inserimento abitativo. Anche nel progetto Diamoci Le Ali, Mirza* ha trovato occasioni simili in momenti informali che appaiono tanto piccoli quanto importanti. “La gestione di questo posto ci permetteva di vivere una vita normale: erano previste delle cene tutti insieme, con la pizza!"

Ad oggi, gli operatori giocano un ruolo importante nella promozione di occasioni simili. Nelle parole di Dennis*, del progetto E.V.V.A.I, gli sforzi dei professionisti che lo hanno affiancato spesso sono andati oltre quanto previsto dal progetto personalizzato: "Mi hanno aiutato molto, su tutti i bisogni” racconta Dennis, “secondo me non devono cambiare o migliorare nulla di quello che fanno, perché sono sempre disponibili qualsiasi cosa accada. Se hai un problema fanno di tutto per risolverlo, mi hanno aiutato con il lavoro e fatto partecipare a corsi di formazione per prendere il diploma. Tutto questo mi permette di imparare a vivere in Italia!". 

Tuttavia, nel quadro ricostruito attraverso l’ascolto di tutti gli attori coinvolti, gli sforzi degli operatori spesso rischiano di essere frutto di forme di volontarismo e spontaneismo, piuttosto che la naturale conseguenza di risposte strutturate e replicabili. Anche per questo, obiettivo di Includ-EU per i prossimi passi sarà promuovere il coinvolgimento diretto di tutti gli attori, inclusi gli utenti dei servizi, nella costruzione di un modello di inclusione abitativa fondato su forme consolidate e permanenti di partecipazione attiva. Un modello alla portata di tutti, che orienti con facilità chi vorrà privilegiare un approccio collaborativo nella costruzione di risposte per i cittadini di paesi terzi. 
 

* nome di fantasia per proteggere la privacy della persona intervistata