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In Toscana l’accoglienza è un valore e una buona integrazione è possibile

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)
L’editoriale di Stefano Ciuoffo assessore regionale all’immigrazione

La Regione Toscana ha alle spalle una lunga storia di accoglienza e di promozione dell’inclusione sociale di tutte le persone, anche straniere, che permangono sul suo territorio regionale.
Troppo spesso si parla dell’accoglienza in modo teorico, quasi bastasse la semplice assunzione di alcuni fondamentali principi per potersi dire un paese inclusivo. Credo sia sotto gli occhi di tutti come qui in Toscana abbiamo fatto il passo successivo, prendendoci la responsabilità di praticare questi valori, costruendo risposte condivise che avessero come stella polare la dignità delle persone.

Negli ultimi sette anni abbiamo promosso un modello di accoglienza strutturata e diffusa, fondato sulla promozione di un continuo dialogo tra territori e amministrazioni locali, che nel 2016 ha trovato un motore fondamentale nel percorso partecipativo di #AccoglienzaToscana.
Il Libro Bianco sulle politiche regionali di accoglienza prodotto da quel percorso ancora oggi rappresenta la pietra miliare rispetto alle politiche per l’immigrazione e continua ad orientare il nostro lavoro.

Da allora possiamo dire di aver fatto molta strada. E oggi mi trovo nella felice condizione di raccogliere i frutti del grande lavoro svolto da chi prima di me ha gestito questo assessorato, e da tutti gli attori del sistema toscano che hanno favorito la moltiplicazione di buone pratiche dell’integrazione in ogni ambito: nella sanità, nell’inclusione abitativa, nell’inclusione lavorativa, nella coesione sociale. A tutte queste persone, molte delle quali ci leggono qui, va il mio sentito ringraziamento. È proprio in virtù dei loro sforzi che Regione Toscana ha potuto dimostrare a chi non ci credeva, che fare una buona integrazione è possibile.
Certo non possiamo dire che i nostri sforzi siano conclusi. La strada è ancora lunga, e oggi siamo ancora chiamati ad affrontare le sfide antiche e nuove dell’accoglienza, e trovare risposte a uno scenario dinamico e in continua evoluzione.
Nel 2015 ci riferivamo principalmente ai rifugiati e richiedenti asilo. Eravamo infatti reduci dell’emergenza profughi in seguito ai massicci sbarchi del 2014, ed avvertivamo la necessità di riflettere sui sistemi di governance regionali e locali, per offrire una risposta strutturale, non emergenziale a questo fenomeno.
Oggi la realtà è cambiata. A più di un anno dallo scoppio della pandemia, per la Regione Toscana resta urgente riuscire a tutelare le persone che entrano nei circuiti di accoglienza, ma anche chi in questi anni ne è già uscito, insieme a tutti i cittadini di paesi terzi e tutti coloro che permangono sul territorio toscano in condizione di vulnerabilità socio-economica.

Per questo continueremo a impegnarci per mettere a sistema il vasto patrimonio di conoscenze, competenze e buone pratiche già disponibile sul territorio regionale, proprio a partire dall’esperienza dei tanti Enti locali ed Enti del Terzo settore che in questi anni si sono impegnati per fare accoglienza con cura e serietà nelle proprie comunità.
Le sfide da elencare sarebbero molte. Mi preme ricordarne una su tutte: quella della valorizzazione di titoli e competenze pregresse. Molte delle persone che hanno scelto la nostra terra per trovare una nuova vita sono portatrici di competenze anche molto qualificate, che però non riescono sempre a svolgere in modo ottimale. E questa è un’occasione mancata per tutti: per chi viene accolto, perché perde un’opportunità di protagonismo, ma anche per le comunità locali, che disperdono così una grande ricchezza.
Da questo tema parte anche la newsletter di #AccoglienzaToscana, che con questo numero riprende il suo racconto a cadenza bimestrale per tenervi informati su tutte le iniziative in materia di inclusione dei cittadini di paesi terzi.
Vi auguro una buona lettura. 

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