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Stamperia Sociale Ginger Zone: l’inclusione socio-lavorativa dei minori stranieri non accompagnati torna in presenza

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Ci vediamo online o in presenza? Gli ultimi anni hanno imposto nuovi modi di conoscersi, e hanno fatto scoprire a molte persone la videoconferenza. Una modalità che sicuramente sta mostrando i suoi lati positivi in tanti frangenti, ma che ha anche degli indubitabili lati negativi. Ci sono cose che si possono fare solo in presenza: una tra tutte, incontrare qualcuno che non sia arrivato su invito. Come fare a promuovere una società aperta, senza prima aprire gli spazi? Per questo, per molti enti del terzo settore i luoghi fisici sono rimasti fondamentali per promuovere la coesione sociale - come modo per spalancare le porte e incontrare persone nuove che non ti aspetti.

Una di queste porte ce l’hanno aperta Zein Parvez, Tufazzal Hossen e Ujjol Hossen, che abbiamo intervistato insieme a Gianni Gravina e Francesca Di Giuseppe del COSPE. Sono questi i nuovi protagonisti del progetto Stamperia Sociale del Ginger Zone - Laboratorio di Creatività Urbana di Scandicci, lo spazio che oggi, dopo due anni di pandemia, ha riaperto i battenti al pubblico.

 



La Stamperia Sociale è un progetto di inclusione socio-lavorativa che coinvolge minori stranieri non accompagnati e offre al territorio servizi estremamente diversificati: dalla stampa su tessuti per la creazione di abbigliamento personalizzato, alla realizzazione di adesivi, banner e manifesti. L’iniziativa è possibile grazie alla condivisione di intenti di quattro attori principali: il Comune di Scandicci, il capofila del progetto Cospe, il Consorzio Pegaso e Fondazione Finanza Etica, insieme alla cooperativa Oltre il Ponte che gestisce la stamperia sociale. Grazie al finanziamento del programma “Never Alone, per un domani possibile” di Fondazione Cariplo, questi cinque alleati oggi possono darsi l’obiettivo di promuovere una società aperta ed inclusiva per contribuire a ridurre il numero di persone in condizione di marginalità sociale.


Tre sono i filoni principali di lavoro del Ginger Zone: la socializzazione, l’insegnamento della lingua italiana e l’inserimento socio-lavorativo con le attività imprenditoriali della stamperia e di una ciclofficina.

“Siamo entrati in questo spazio nel dicembre 2019” spiega Gianni Gravina, referente COSPE del progetto. “Capisci bene che abbiamo subito sofferto dell’esplosione della pandemia, e dell’impatto dirompente che questa ha avuto sulle nostre attività e sulla macchina burocratico-amministrativa che voleva sostenere questo progetto”. Un momento complicato, che ha imposto un ripensamento delle attività. “Come molte associazioni ed enti del terzo settore, abbiamo continuato a insegnare l’italiano in modalità in remoto, con tutte le difficoltà del caso” continua Gianni. “È stato importante farlo. Ma abbiamo dovuto frenare con le attività di socializzazione e con i percorsi di inclusione socio-lavorativa, che molto hanno a che fare con l’incontro diretto: del vicinato, di nuovi amici, ma anche di potenziali clienti della stamperia e della ciclofficina che è importante trovare, incontrare, coinvolgere. Ora finalmente possiamo ampliare il progetto, e ripartire con i laboratori di lingua, di falegnameria e altre attività in presenza.” 

 

 

Quello di Ginger Zone è un programma ambizioso che, dopo anni di limitazioni dovute alla pandemia, oggi continua a puntare tutto sullo spazio fisico: un bene comune situato nel cuore di Scandicci, che il progetto ha recuperato insieme alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e ha destinato a nuovo uso.

“Abbiamo pensato di proporre un luogo fisico come luogo di socializzazione, di formazione, di cittadinanza attiva, di elaborazione di idee ed iniziative dei giovani.” spiega Francesca Di Giuseppe, operatrice del progetto. “E quando parlo di giovani, intendo tutti i giovani: minorenni e maggiorenni, con o senza background migratorio. Chi lavora nel settore sa che non è sempre cosa facile. L’aspirazione dei giovani a volte va stimolata, e poi però devi essere pronto ad accoglierla. Avevamo in mente un luogo di continuo confronto e ascolto, un luogo abilitante. E per questo serve essere presenti personalmente, fisicamente.”
 


Dal 2019 ad oggi il Ginger Zone ha coinvolto più di 200 persone tra minori stranieri non accompagnati e cittadini di paesi terzi. Tra questi anche Zein Parvez, Tufazzal Hossen e Ujjol Hossen, che lavorano alla stamperia.

Tufazzal Hossen ha 18 anni, viene dal Bangladesh ed è qui in Italia da un anno. Quando arriviamo, lo troviamo alle prese con un programma di grafica professionale. “Quando siamo arrivati qui 6 mesi fa non sapevamo come usare queste macchine e questi programmi: sono molto complicati. Ma stiamo imparando a farlo. E impariamo anche l’italiano: ci serve molto, per trovare nuovi clienti ma anche per parlare con i tecnici della ditta che ci ha portato la stampante”.

 


Ujjol Hossen ha 18 anni, viene dal Bangladesh. “La cosa che mi è piaciuta di più? Sicuramente fare le foto. Per promuovere la stamperia abbiamo fotografato i murales di Scandicci. Così sono nate le nostre t-shirt e le nostre felpe. E poi ci siamo fotografati, per promuoverle. Abbiamo fatto dei volantini, che adesso distribuiamo per la città, in cerca di nuovi clienti.”  

 

Un’attività tanto seria quanto divertente, che ha permesso di creare un gruppo di lavoro sereno. “Prima di incontrarci qui, non ci conoscevamo” continua Ujjol. “Ma ora, dopo 6 mesi di lavoro, siamo già diventati amici!”

Anche Zain ha 18 anni e viene dal Pakistan. Nel Ginger Zone racconta di aver trovato un modo per conoscere meglio gli altri cittadini, e di seguire il suo sogno. “Amo molto Firenze e le persone italiane. Sono troppo buone. Troppo! Fino ad oggi ho vissuto in 3 paesi. Questo è il posto dove vedo il mio futuro. Ci vorrà molto impegno: forse non ce la farò oggi, e neanche domani. Ma alla fine, sogno di diventare un grande uomo d’affari. Come Bill Gates!”.

 

Oltre al Comune di Scandicci e altre pubbliche amministrazioni dell’Area Metropolitana Fiorentina, la rete coinvolge vari stakeholders territoriali: associazioni, centri culturali, aziende e gli enti gestori dell’accoglienza come Diaconia Valdese Fiorentina, Caritas ed altre, che hanno trovato nel progetto un’opportunità in più per i ragazzi che vivono nelle loro strutture. E punta ad ampliarsi.

“Tra le nostre collaborazioni anche Arci Firenze, C.BIO, l’Officina A Piede Libero, e per quanto riguarda il torneo di Calcio del progetto Ginger il C.S.Lebowski ” racconta Francesca Di Giuseppe, operatrice del Ginger Zone. “Ma anche alcuni clienti che si avvalgono dei nostri servizi di stampa, come la Cooperativa Ulisse, la Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Robin Food, La Comune Cooperativa Urbana di Comunità, Diaconia Valdese Fiorentina, Ass. Gli Anelli Mancanti. Nei prossimi mesi lavoreremo per sollecitare e promuovere il coinvolgimento di tutti gli attori sociali ed economici del territorio, anche quelli che ancora non ci conoscono. Così faremo in modo che il patrimonio di competenze, risorse, capitale umano e sociale rappresentato dai giovani e le potenzialità del territorio si incontrino verso lo sviluppo e la crescita reciproca”. 

 

 

Le t-shirt e felpe realizzate all’interno della stamperia sociale raffigurano foto scattate dai ragazzi ai murales della struttura, opera di street artist fiorentini, con tessuti certificati realizzati nel rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori.

Per avere informazioni sui servizi della Stamperia Sociale ed acquistare i prodotti realizzati, è possibile scrivere a stamperia@gingerzone.it, o contattare la stamperia tramite la pagina Facebook, Instagram o il sito web www.gingerzone.it/stamperiasociale.