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Il racconto e la memoria: il progetto DiMMI e l'Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Fondato da Saverio Tutino, l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano nasce con l’idea di dare forma al racconto attraverso le storie di vite di persone comuni. Da qui si sviluppa il primo meccanismo di arrivo dei diari per il Premio Pieve, istituito per attribuire un riconoscimento e premiare le scritture autobiografiche inedite. L’archivio, che compie 35 anni, conta oggi 8200 testi che rappresentano le cronache e le memorie di chi ha voluto fissare con lo scritto e con la propria espressività il vivere quotidiano di un periodo della propria vita. In questo contesto nel 2012, con il sostegno di Regione Toscana, nasce un concorso specifico per storie migranti: il progetto DiMMi – Diari Multimediali Migranti che vede aperti i termini dell’attuale edizione di concorso fino al 30 aprile.

“Sono 250 le narrazioni raccolte fino ad oggi – spiega Massimiliano Bruni uno dei coordinatori di progetto – sono testimonianze in forma scritta ma anche video e illustrazioni”. Il progetto ha visto anche un finanziamento dedicato da parte dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, e l’allargamento del partenariato a 47 organizzazioni nazionali che a vario titolo collaborano alle attività. Il progetto DiMMi, dunque, a partire dal modello toscano si allarga anche a Veneto, Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia.

“DiMMI– riprende Bruni – segue la filosofia che ha portato alla nascita dell’Archivio, con la volontà di dare voce a chi ha difficoltà a far sapere la propria versione sul quotidiano, senza filtri e senza mediazioni di sorta. Questo il valore aggiunto che permette di dare spazio a visioni originali di chi ha vissuto una storia”.
Con la scorsa edizione non c’è stato un unico vincitore ma la scelta è stata quella di pubblicare un volume, Parole oltre le frontiere che contiene 10 storie inedite raccontate, dunque, così come gli autori le hanno scritte, senza mediazioni e con l’invito a parlare direttamente al momento delle presentazioni.
Sono storie molto diverse che parlano di migrazioni lontane, dall’Africa centrale al Sud America passando anche attraverso i paesi dell’Est, ma illustrano anche itinerari meno conosciuti e aiutano a comprendere, a fronte di un certo appiattimento che spesso si legge su questi temi, la complessità reale del fenomeno. “Una pluralità di storie e di voci – conclude a tal proposito Bruni – scelte come testimonianze più rappresentative proprio per mettere al centro del progetto l’eterogeneità delle storie. Nella diversità dei racconti colpisce il trasparire di quei sentimenti comuni a tutti: il rapporto con la famiglia e gli affetti che si devono lasciare, la costante preoccupazione di dare notizie e capire cosa può pensare chi è rimasto a casa”. Motivazioni ricorrenti che rappresentano partenze necessarie e non volontarie, le paure di un viaggio che accomuna tutti, le stesse che si trovano in molti documenti raccolti in archivio e lasciate dagli emigrati italiani negli anni ‘50.

Tutte le informazioni del Concorso DiMMI 2019 sono consultabili all’indirizzo https://www.dimmidistoriemigranti.it/concorso/, mentre il sito istituzionale dell’Archivio Diaristico Nazionale è consultabile al http://www.archiviodiari.org

 

 

[Immagine di copertina tratta da PIxabay]