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Illegittimità nelle prassi per i richiedenti asilo e protezione internazionale: il report della Diaconia Valdese offre un’analisi sul territorio nazionale

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

La Diaconia Valdese ha realizzato un monitoraggio in relazione alle prassi illegittime rilevate a livello nazionale per richiedenti asilo e titolari di protezione inseriti nei progetti di accoglienza in cui lavorano i propri operatori. Il report, online a inizio mese, copre il periodo da dicembre 2018 a settembre 2019 ed è stato realizzato seguendo le linee guida per la raccolta delle prassi illegittime messo a disposizione da ASGI. “Un documento in via di sviluppo – dichiara Sabina Pampaloni, Responsabile Servizi Area Adulti della Diaconia Valdese di Firenze -  che verrà aggiornato ogni sei mesi con nuove esperienze e con nuovi dati”. Il report mette in evidenza i macro temi caratterizzati in gran parte da sistemi farraginosi e intoppi procedurali che non consentono ai beneficiari nei progetti di accoglienza l’accesso a tutto tondo ai propri diritti. Entrando nel merito, superano la decina i casi di mancata iscrizione anagrafica rilevati, per ora, dalle equipe di lavoro territoriali. In tal senso, la sentenza del 18 marzo 2019 del Tribunale di Firenze ha fatto scuola offrendo l’orientamento interpretativo secondo cui il richiedente asilo, una volta presentata la domanda di protezione internazionale, deve intendersi regolarmente soggiornante sul territorio dello Stato, ed ha quindi diritto all’iscrizione anagrafica. A partire da questo provvedimento si sono espressi, adottando questa linea interpretativa, diversi Tribunali come quello di Genova e Bologna, fino ad arrivare al Giudice di Ferrara, che ha affermato l’illegittimità costituzionale della mancata iscrizione anagrafica permettendo al ricorrente di compiere al meglio il proprio percorso di integrazione. “Rimane il problema – specifica la responsabile di area - dell’iscrizione anagrafica per i migranti arrivati dopo il 5 ottobre 2018,  per cui bisognerebbe fare un ricorso per ogni persona, ma ovviamente è basilare quanto espresso dal Tribunale fiorentino”. Anche l’iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale rimane in molti territori una questione aperta: “con il permesso di soggiorno scaduto – spiega Romina Raspini, operatrice CAS referente per la zona Valdarno - e il documento che attesta quando è fissato l’appuntamento in questura capita che il distretto sanitario non proceda al rinnovo dell’iscrizione. A Figline per esempio – specifica ancora Raspini - è stato possibile ottenere l’assistenza sanitaria fino alla data dell’appuntamento in questura a seguito della presentazione da parte dell’operatore di un documento in cui si è descritta la situazione della persona”.
Il report fornisce un focus su altri iter illegittimi in merito all’accesso ai servizi a più ampio spettro oltre a quelli relativi alla sanità e all’anagrafe e registra i diversi casi segnalati in merito all’apertura dei conti correnti bancari. Non esiste, infatti, alcuna norma che obblighi all’esibizione di un documento di identità e all’iscrizione anagrafica ma, nonostante questo, in molti casi gli istituti bancari chiedono entrambe. A Firenze gli operatori di accoglienza della Diaconia Valdese non sono riusciti a procedere all’apertura di un conto bancario o all’attivazione di una carta prepagata se non attraverso Poste Italiane s.p.a.  
“I casi di illegittimità riscontrati sui nostri territori  – conclude  Pampaloni - si allineano a quelli illustrati nel report nazionale. Quello che cambia è  il modo in cui le stesse problematiche sono state risolte nei diversi contesti territoriali e proprio in questo si trova l’utilità di un documento simile: capire in che modo si possono avviare ricorsi comuni e adottare linee di intervento che diventino prassi consolidate e soluzioni condivise”.


Per prendere visione del report, clicca qui

 

 

Immagine tratta da: diaconiavaldese.org

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