Un laboratorio di sartoria a tutela della comunità: la produzione di mascherine degli utenti dei CAS di Arezzo - #Accoglienza Toscana
Fil d'Ariane
Agrégateur de contenus
Un laboratorio di sartoria a tutela della comunità: la produzione di mascherine degli utenti dei CAS di Arezzo
La narrazione dell’accoglienza in italia ci ha abituati a immaginare richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale solo come persone inerti, vulnerabili, prive di mezzi e di iniziativa. Tuttavia la situazione di vera e propria emergenza che vive il nostro paese sembra mostrarci anche qualcosa di diverso.
E’ il caso della provincia di Arezzo, dove i ragazzi di alcuni CAS gestiti dalla cooperativa La Città del Sole hanno deciso di confezionare in totale autonomia mascherine filtranti per ospiti, operatori e per chiunque ne abbia bisogno.
La Città del Sole conta 10 CAS attivi nella provincia Aretina, dislocati nei comuni di Arezzo, Castel Focognano, Subbiano e Capolona. In queste strutture, da 4 anni gli operatori avevano portato avanti varie attività di formazione e promozione dell’autonomia come corsi di lingua, attività sportive, di volontariato e di formazione lavorativa. Tra queste anche un laboratorio di sartoria, realizzato grazie all’associazione di volontariato Pronto Donna, che era terminato con la realizzazione di una sfilata di vestiti autoprodotti e con il regalo di macchine da cucito ad alcuni partecipanti perché potessero continuare a sviluppare le competenze acquisite
Proprio grazie a questo regalo, pochi giorni fa è nato qualcosa di inaspettato. Ad alcuni ospiti del centro è venuta l’idea di reagire all’emergenza, e di iniziare a produrre mascherine per sé e per gli altri ospiti dei centri. Così tre ospiti dei centri hanno iniziato a mettere mano alla macchina da cucito all’interno delle proprie stanze - impiegando prima stoffe africane e poi, con il supporto degli operatori della cooperativa, specifici materiali non traspiranti.
“I ragazzi hanno capito benissimo il momento grave che stiamo attraversando” spiega l’operatore e direttore del progetto Vincenzo Costanzo “e hanno capito che, se non avevamo mascherine da dargli, non era perché non volessimo noi, ma perché non era proprio possibile. E così hanno deciso di darsi da fare loro, e hanno avuto questa meravigliosa idea”.
Le tecniche di realizzazione sono andate migliorando progressivamente, anche grazie a dei video tutorial realizzati da un membro dell’equipe. Da allora gli ospiti della cooperativa e gli operatori sono costantemente all’opera. Ad oggi sono state realizzate e distribuite settimanalmente all’interno dei centri più di un centinaio di mascherine con Tessuto Non Tessuto (TNT), un materiale con una capacità di trattenuta del virus del 96%, ma i ragazzi e gli operatori sperano di arrivare presto ad impiegare altri materiali ancora più professionali.
Nel futuro si prevede infatti di dedicare alla produzione un vero e proprio laboratorio ricavato da alcuni stabili rimasti vuoti, dove i ragazzi già esperti di cucito potranno insegnare ad altri ospiti a padroneggiare la tecnica in un’ottica di peer education. L’obiettivo? Arrivare a produrre quantitativi sempre maggiori di mascherine, per superare il fabbisogno degli ospiti e degli operatori della cooperativa e arrivare distribuire anche ai volontari di altre associazioni e a tutta la comunità locale. “Un modo per sopperire alla mancanza di dispositivi di protezione individuale, come anche di mostrare agli abitanti dei comuni la propria solidarietà e la disponibilità ad essere d’aiuto” spiega Vincenzo, “sarà difficile arrivare a produrne abbastanza per tutti, perché spesso si tratta di materiali costosi e ad oggi tutto l’acquisto di materiali per l’igiene e la prevenzione resta a carico nostro, ma speriamo di farcela.”
Nel frattempo, altri ospiti hanno già chiesto di poter usare le prime mascherine per rendersi disponibili in altri modi, ad esempio supportando persone anziane o con disabilità nel fare la spesa. A tale proposito, la cooperativa definirà presto insieme ai Comuni interessati le modalità adeguate di formazione e intervento.
Nella foto Osavbie Igiebor. Foto di: La Città del Sole coop. soc.
Foto di anteprima tratta da: pixabay.com