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Dossier Statistico Immigrazione Idos 2019: la Toscana tra radicamento e segregazione

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Presentato il 24 ottobre in tutte le regioni d’Italia, il Dossier Statistico Immigrazione Idos 2019 che fornisce il quadro, regione per regione del trend del fenomeno con approfondimenti tematici precisi.
 
A livello nazionale la fotografia che ne emerge è quella dei 530mila stranieri senza titolo di soggiorno stimati a inizio 2018 che lieviteranno entro il 2020 a oltre 670mila come effetto dirompente dei decreti sicurezza. Ma nell’anno in cui calano drasticamente gli sbarchi e le presenze in accoglienza, il fenomeno migratorio nella nostra regione rimane in crescita. Nello specifico in Toscana vivono 417.382 immigrati residenti, il 2,2% in più rispetto all’anno scorso e l l’11,2% di tutta la popolazione regionale, e solo 7.664 di essi vivono in strutture d’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, il 39% in meno rispetto al 2017. “In un tempo come questo di flussi in ingresso quasi bloccati per motivi di lavoro, specifica Francesco Paletti,  ricercatore e curatore del capitolo Toscana del Dossier, è particolarmente evidente il paradosso del radicamento territoriale: la popolazione immigrata aumenta soprattutto in forza dei nuovi nati e in generale delle seconde generazioni, stranieri che non hanno mai vissuto direttamente l’esperienza migratoria, e diminuisce per effetto delle acquisizioni di cittadinanza, un traguardo per molti migranti che hanno lasciato il Paese d’origine molti anni fa”.

Il Dossier offre a proposito un focus dedicato agli immigrati di seconda generazione, stranieri dal punto di vista giuridico ma nati e cresciuti in toscana con una presenza di 54.778 ragazzi, corrispondenti al 14,5% della popolazione straniera. Mentre le scuole toscane,  nell’anno scolastico 2017/2018, risultano frequentate da 70.431 studenti stranieri, per una incidenza del 13,8% sulla  popolazione studentesca significativamente superiore a quella nazionale.
Sul fronte occupazionale emerge il fenomeno acuto della segregazione lavorativa in particolare per quanto concerne il lavoro di cura e l’impiego in lavori manuali non qualificati. In tal senso specifica Paletti: “resta il problema dell’integrazione subalterna nel mercato del lavoro. I cittadini stranieri svolgono occupazioni caratterizzate da grande precarietà, pericolosità e basse retribuzioni. Non è un caso, se anche nella nostra regione, i nuclei con capofamiglia straniero siano fra le più colpite dalla povertà".

 

Foto tratta da: integrazionemigranti.gov

 

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