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“La percezione dell’immigrazione in Toscana”, uscita la Nota 3/2020 dell’Osservatorio Regionale sull’Immigrazione

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

È stata pubblicata sulla pagina del centro di ricerca IRPET la nota 3/2020 “La percezione dell’immigrazione in Toscana”, realizzata nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio Regionale sull’Immigrazione.
 
Attraverso un sondaggio di opinione curato da IRPET, l’indagine ha esplorato la percezione dei residenti toscani di cittadinanza italiana su dati quali l’incidenza di immigrati sulla popolazione regionale e comunale, i paesi d’origine più ricorrenti e la percentuale di stranieri regolari e irregolari. Oltre alla percezione del solo dato numerico, la ricerca indaga le occasioni di contatto tra cittadini nati in Italia e cittadini di paesi terzi, il panorama di opinioni sul fenomeno dell’immigrazione e sull’impatto positivo o negativo che questo avrebbe sulla società Italiana - e mette in luce come le tendenze ad assumere posizioni favorevoli o contrarie siano condizionate dalle caratteristiche anagrafiche e socio-economiche dei rispondenti, così come dalla loro area di residenza. 
 

Sovrastimato il numero di cittadini di paesi terzi

Nella Regione Toscana le percezioni negative nei confronti degli immigrati e del loro impatto sulla società e l’economia della regione sono condivise, se non da una maggioranza, certamente da una quota significativa di cittadini. Un numero non trascurabile di toscani – 38 su 100 – afferma di non essere in grado di quantificare la percentuale di immigrati sul complesso della popolazione regionale. Tra coloro che hanno risposto, tuttavia, l’incidenza percepita è notevolmente superiore alle analisi già rese disponibili nella prima nota dell’Osservatorio dedicata alla presenza straniera in Toscana.
 

Sovrastimati i clandestini, paesi d’origine delle Afriche e il peso del sistema di accoglienza

In generale, i toscani con cittadinanza italiana tendono a sovrastimare l’incidenza degli immigrati sul totale dei residenti in Toscana, in particolare per quanto riguarda l’immigrazione clandestina. Un intervistato su tre (32%) ritiene che gli immigrati siano in maggioranza irregolari . La presenza africana appare inoltre significativamente sovrastimata, attestandosi al 31% contro l’effettivo 19% sul totale degli stranieri. Questa sovrastima può essere connessa a meccanismi di profilazione razziale (che rende più facile identificare chi proviene da paesi africani come immigrato), ma anche la diffusa presenza stagionale di venditori ambulanti provenienti da paesi africani nelle località balneari della costa, insieme all’elevata copertura mediatica del fenomeno dei richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, che vengono percepiti erroneamente come la forma prevalente di immigrazione.

Chi tende a sovrastimare il dato?

La tendenza a sovrastimare la presenza straniera è particolarmente diffusa in alcune fasce di popolazione: la percezione del fenomeno migratorio varia significativamente in base a caratteristiche personali come il livello di istruzione, la condizione professionale o non professionale, tipo di lavoro svolto e i livelli di reddito familiare. Anche per questo motivo, l’indagine mostra risultati differenziati e disomogenei all’interno del territorio regionale. In particolare, la maggiore preoccupazione nei confronti dell’immigrazione si concentra tra chi vive nelle realtà più deboli dal punto di vista produttivo, professionale e reddituale, e in particolare nelle aree costiere, nella Toscana del Sud e l’area manifatturiera delle province di Pisa e Lucca. Questo avviene a prescindere dall’effettiva incidenza di cittadini di paesi terzi nelle stesse aree geografiche. 

Esperienze personali e atteggiamenti nei confronti dei cittadini di paesi terzi

Non mancano tuttavia occasioni di contatto tra persone nate in Italia e persone che hanno un background migratorio. Il 52% dei toscani ha amici e/o familiari con background migratorio. Il 54% ha interazioni quotidiane con almeno un cittadino di paesi terzi. Per quello che riguarda il contesto delle interazioni, secondo il 41% degli intervistati occupati è proprio il posto di lavoro ad essere il luogo principale delle relazioni quotidiane. A seguire, gli intervistati indicano come occasione di incontro il quartiere di domicilio, l’utilizzo di servizi pubblici e la frequentazione di luoghi legati all’istruzione. Il grado di disagio percepito nelle relazioni è generalmente basso, ma avere un immigrato come membro acquisito della propria famiglia creerebbe comunque problemi a quasi un toscano su quattro. 

Clicca qui per scaricare la nota 3/2020 “La percezione della presenza straniera”