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Mediazione linguistico-culturale: conclusa l’attività di ascolto di ANCI Toscana per qualificare formazione, governance e standard di servizio
Quali competenze e conoscenze è necessario rafforzare nella formazione di mediatrici e mediatori linguistico culturale? Quali standard di servizio prendere in considerazione? Come garantire una buona governance di servizio?
Queste sono solo alcune delle domande che hanno guidato l’attività di ascolto realizzata in questi mesi da ANCI Toscana con il supporto Sociolab - Ricerca Sociale. L’attività di ascolto aveva l’obiettivo di reperire maggiori informazioni qualitative sulla mediazione linguistico-culturale in Toscana, nell’ambito delle attività regionali per il rafforzamento del ruolo e della qualificazione dei mediatori linguistico culturali.
L’attività di ascolto ha coinvolto enti e associazioni che a vario titolo si avvalgono della figura delle mediatrici e dei mediatori linguistico-culturali attraverso focus group, interviste qualitative e la somministrazione di un questionario.
Le azioni portate avanti hanno avuto come obiettivo da un lato quello di fornire una prospettiva rispetto allo stato attuale della mediazione linguistico culturale in Toscana; dall’altro quello di rilevare le conoscenze e le competenze che andrebbero rafforzate in perché queste figure possano rispondere alle richieste di mercato. Il focus group e il questionario sono stati finalizzati anche a ricostruire il quadro di quanto già realizzato, ma anche a fornire stimoli, proposte e raccomandazioni utili rispetto agli standard e alla governance di servizio.
I risultati sono ancora in corso di elaborazione. Dall’attività di ascolto tuttavia sembra emergere con chiarezza la necessità di strutturare occasioni di formazione in grado di fornire elementi e strumenti trasversali che permettano a chi lavora nella mediazione linguistico culturale di poter operare in tutti i contesti. I diversi punti di vista raccolti in materia di mediazione linguistico culturale restituiscono l’immagine di un ruolo ricco di sfumature sia in termini di competenze che di conoscenze richieste. Un lavoro estremamente difficile da concettualizzare nella pratica, le cui competenze necessitano quindi di essere declinate in specifici contesti (come quelli della sanità, del servizio sociale e dell’ambito giuridico) con ulteriori livelli di formazione specializzata. A questa evidenza si collegano alcuni spunti per la gestione degli standard di servizio, che con maggiori specifiche sulle certificazioni, giornate e/o ore di lavoro, potrebbero favorire un funzionamento più rapido ed efficace del servizio anche nella governance stessa.
Secondo le persone ascoltate è importante ricordare come, quando si parla di mediazione linguistico culturale, non si faccia riferimento a un mero intervento di traduzione ma a un lavoro che implica entrare nei vissuti, nella storia e nel percorso della persona, per mediare un cammino di inserimento in un nuovo contesto di vita. In generale, l’indagine conferma il ruolo positivo e fondamentale della mediazione linguistico culturale, e l’importanza di sviluppare azioni in grado di investire e valorizzare queste figure che quotidianamente favoriscono il dialogo tra persone con background migratorio e i servizi del territorio.