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Verso un modello di collaborazione per la transizione abitativa: il progetto pilota di Includ-EU

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Il modello toscano dell’accoglienza diffusa mira a garantire risposte sostenibili per promuovere la piena autonomia delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Un percorso articolato su più dimensioni d’intervento, che passa per l’insegnamento linguistico, attività di formazione e orientamento lavorativo, e che culmina anche nel raggiungimento di una situazione abitativa stabile e dignitosa. Nel racconto degli operatori però, proprio quello dell’inclusione abitativa sembra essere spesso un obiettivo tanto fondamentale quanto complicato da raggiungere. Il rischio è quello di lasciare in una situazione di vulnerabilità chi perde il diritto ai servizi di accoglienza di primo e secondo livello. E allora come fare a sostenere i cittadini di paesi terzi nella ricerca di soluzioni abitative adeguate?

Anche a questo tema sono dedicati in questi mesi gli sforzi di Anci Toscana, nell’ambito di “Includ-EU: Regional and local expertise, exchange and engagement for enhanced social cohesion in Europe”. Il progetto, capofilato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), mira a contribuire alla costruzione di società europee più inclusive attraverso esperienze di conoscenza transnazionale, di condivisione delle esperienze, di cooperazione e di partnership tra gli enti locali e le autorità regionali della Grecia, Italia, Paesi Bassi, Romania, Slovenia e Spagna. 

In questa cornice progettuale, Anci Toscana conduce un progetto pilota finalizzato alla creazione di una rete territoriale permanente per rispondere alle esigenze abitative temporanee di cittadini di paesi terzi vulnerabili, e per sostenerli nella ricerca e nella costruzione di soluzioni abitative. In particolare, il progetto pilota mira a sviluppare un nuovo modello per rispondere alle esigenze abitative temporanee di quei cittadini di paesi terzi che vivono in condizione di “transizione abitativa”: persone che non hanno mai avuto o non hanno più diritto ai servizi dell’accoglienza di primo e secondo livello, e che per questo si trovano a vivere in condizione di vulnerabilità.

DALLA MAPPATURA DELLE SOLUZIONI ALLO SVILUPPO DI UN MODELLO 

Nell’ottica di definire un modello di transizione abitativa efficace, sostenibile e rispettoso delle persone che usufruiscono dei servizi, il progetto è articolato in quattro fasi fondamentali:

1) individuazione di alcuni contesti sperimentali;
2) identificazione di risorse sociali e degli attori chiave nei contesti di sperimentazione;
3) definizione dei bisogni e co-progettazione delle risposte nei contesti di sperimentazione;
4) attività di test e modellizzazione di quanto sperimentato.
 

Il nuovo modello, ancora in via di sviluppo, sarà improntato all’adozione di un approccio partecipativo e sperimentale - e punterà ad inserire i cittadini di paesi terzi in progetti di abitare collaborativo che si stanno sviluppando sul territorio regionale. Per farlo, Includ-EU  ha individuato tre esperienze locali in Toscana, che impiegherà come terreno di sperimentazione di pratiche partecipative, che garantiscano una maggiore efficacia delle misure anche attraverso la partecipazione attiva, l’ascolto attivo degli utenti dei servizi, lo scambio virtuoso tra partner della rete di intervento, e il coinvolgimento diretto delle comunità locali circostanti. A supporto della replicabilità del modello sperimentato, il percorso svilupperà delle linee guida per la progettazione e gestione di percorsi di partecipazione in materia di abitare collaborativo. 

I TRE CONTESTI TERRITORIALI

Attraverso un’azione di mappatura e analisi delle diverse risposte territoriali alle esigenze abitative temporanee dei migranti o di altri target vulnerabili, è stata già individuata una shortlist di progetti attivi in materia abitativa. Queste soluzioni abitative sono state oggetto di un ulteriore approfondimento qualitativo, che è risultato nella selezione di tre contesti territoriali da mettere al centro delle sperimentazioni:
 

  1. Zona-distretto Valdinievole, dove è attivo il progetto Cohousing Società della Salute Valdinievole;
  2. Zona-distretto Empolese Valdarno Valdelsa, dove è attivo il progetto E.V.V.A.I - Empolese Valdarno Valdelsa Aperti Inclusivi;
  3. Zona-distretto Amiata Grossetana - Colline Metallifere - Grossetana, dove sono attivi il progetto Housing Cooperativa Solidarietà e Crescita e il progetto WE ITA: WElfare generativo per Integrare Tutti Attivamente. 


 

È in questi tre contesti che negli scorsi mesi sono state condotte le prime attività di ascolto degli attori chiave che compartecipano nell’offerta di risposte alle esigenze abitative dei progetti: istituzioni, terzo settore, associazionismo locale, ma anche con l’ascolto diretto degli stessi utenti dei servizi oggetto di studio.

A partire dai risultati dell’ascolto è stato già avviato ed è ancora in corso la fase di definizione dei bisogni e di co-progettazione delle nuove soluzioni abitative nei tre contesti territoriali. I bisogni e le risposte saranno definiti attraverso il coinvolgimento diretto di cittadini di paesi terzi nel co-design di soluzioni abitative, insieme agli attori chiavi delle comunità in cui queste si inseriscono. A partire dalla messa in pratica di queste soluzioni, nel mese di dicembre sarà finalizzata definizione del nuovo modello di intervento. 

Per scoprire di più sul progetto,visita il sito di Includ-EU