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Progetto S.A.I, Ciuoffo in visita al Villaggio La Brocchi: “Mugello chiaro esempio del modello toscano. In ascolto per strutturarci al meglio”

(In collaborazione con Toscana Notizie - Agenzia di informazione della giunta regionale)

Si è tenuta oggi mercoledì 21 luglio la visita dell’assessore regionale all’immigrazione Ciuoffo nei luoghi del Villaggio La Brocchi. Qui il Villaggio, di proprietà dell'istituto degli Innocenti e in comodato all'Unione dei Comuni del Mugello, ospita la gestione di un progetto S.A.I. (così si chiama oggi l’ex-SPRAR) gestita in raggruppamento RTI di cui è capofila l'associazione Progetto Accoglienza. 

Ho raccolto con piacere l’invito dell’associazione Progetto Accoglienza” ha dichiarato l’assessore regionale Ciuoffo. “Oggi siamo di fronte ad una esperienza esemplare, una buona pratica che ben rappresenta il modello toscano dell’accoglienza diffusa".

Proprio nella campagna del Mugello infatti ha sede uno dei S.A.I. più numerosi d’Italia: ad oggi sono 112 ospiti, quasi la metà bambini e madri. Il S.A.I. del Mugello è gestito in sinergia con l’Unione dei Comuni Montani e, nonostante i grandi numeri, resta fortemente improntato sul modello dell’accoglienza diffusa: privilegiando i piccoli centri e appartamenti, e offrendo agli ospiti percorsi di progettazione personalizzata, accompagnamento e formazione.

"Proprio adesso che viviamo un momento di relativa tranquillità dal punto di vista dei flussi migratori - ha precisato Ciuoffo - dobbiamo cogliere questa occasione per consolidare il modello toscano di accoglienza e strutturarlo al meglio. Come abbiamo sempre fatto: privilegiando i piccoli centri, i percorsi di formazione, l'inserimento degli ospiti nel tessuto sociale delle comunità locali. Un percorso ideale di cui parliamo sempre con piacere, e che trova applicazione solo grazie ad operatori qualificati e alla collaborazione attiva degli enti locali - in un rapporto sereno con le comunità territoriali, come quello che ho trovato qui nel Mugello. Anche per questo oggi siamo qui ad ascoltare le criticità che ancora esistono, nell’ottica di supportare al meglio i processi di integrazione”.


Numerosi i temi proposti dall’associazione nel dialogo con l’assessore: i tempi troppo contingentati dell’accoglienza S.A.I, la necessità di garantire formazione professionalizzante degli ospiti dei centri e di tutte le persone straniere dimoranti sul territorio, la possibilità di prevedere meccanismi di premialità per i territori che scelgono di aprire centri S.A.I, fino alle possibilità di promuovere esperienze di accoglienza in famiglia di qualità.

“Questo luogo è stato in passato una fortezza, un luogo dove trincerarsi contro il nemico” ha raccontato Luigi Andreini, presidente dell’associazione Progetto Accoglienza. “Fu poi trasformata in villa di campagna. Così i nuovi proprietari hanno scolpito su un’arcata Ex Terrore Delicium, e cioè “da luogo di terrore, a luogo di gioia”. Così dovremmo fare nella gestione dell’accoglienza in tutta Italia, dicendo no ai casermoni dei Centri di Permanenza per i Rimpatri, e puntando tutto su piccole strutture dove si possa condurre davvero una vita, e dove gli operatori abbiano il tempo e gli strumenti di stringere relazioni personali con gli ospiti - e supportarli in percorsi di autonomia anche attraverso il lavoro di equipe”. Proprio a livello nazionale parlano di questo e altro le Sette Tesi di EuropAsilo, la rete di associazioni e cooperative che condividono buone prassi per l'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati.



 

Una modalità di accoglienza quella diffusa che, nel Mugello come in altre zone della Toscana, si ammanta di iniziative dedicate a tutti i cittadini di paesi terzi e a tutte le persone in condizione di vulnerabilità presenti sul territorio. E’ questo il caso dei progetti di inclusione abitativa “Agenzia Casa” e di segretariato sociale e orientamento giuridico “Zona Franca”, promossi dall’associazione. Anche in questo l’esperienza Mugellana è in linea con la visione di inclusione sociale promossa da Regione Toscana, che già con l’Avviso regionale per la tutela dei bisogni essenziali ha incoraggiato forme di progettazione personalizzata aperte a “tutte le persone in condizione di vulnerabilità, anche straniere” e strutturate a livello zonale.

“Qui, come altrove in Toscana, si è passati da un S.A.I. di comune a un S.A.I. di zona” ha detto il dirigente regionale Alessandro Salvi. “E questo è un prerequisito fondamentale per poter garantire i diritti di cui parliamo. Progettare a livello di zona significa allinearsi con i meccanismi della programmazione sociale e socio-sanitaria, e permette di andare oltre l’enorme dissociazione tra politiche generaliste e politiche dedicate ai cittadini stranieri che ancora oggi mina i percorsi di inclusione. Proprio al livello di governance della zona-distretto si possono consolidare forme di dialogo stabile tra enti locali, associazionismo ed enti del terzo settore - che guardino al benessere di tutte le persone, inclusi i cittadini di paesi terzi. E’ a questo livello le zone-distretto e le SdS possono integrare risorse e finanziamenti per le politiche abitative, sociali, della salute. Il lavoro che osserviamo qui ci dà coraggio, perché ci mostra che seguire questa strada è possibile.”


L’assessore è stato ricevuto dal presidente dell'associazione Luigi Andreini, da Eura, responsabile del progetto e da Teresa, la coordinatrice delle attività del raggruppamento che comprende anche la Caritas di Firenze e le Cooperative Il Girasole e Cat. Hanno partecipato alla visita anche i referenti dell’associazione erano presenti, insieme all’assessore, anche il dirigente regionale Alessandro Salvi, la referente di Anci Toscana Giuditta Giunti, il consigliere regionale di zona Massimiliano Pescini, il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni insieme all’assessora Carlotta Tai, e il sindaco di Palazzuolo sul Senio Gian Piero Moschetti.

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