Dossier statistico immigrazione 2018: i numeri di IDOS e Confronti sulla popolazione straniera in Italia e in Toscana - #Accoglienza Toscana
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Dossier statistico immigrazione 2018: i numeri di IDOS e Confronti sulla popolazione straniera in Italia e in Toscana
ROMA - È stata presentata di recente la 28esima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2018, un lavoro realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi CONFRONTI e con la collaborazione di UNAR.
Il dossier mette a sistema le pubblicazioni di oltre cento studiosi e ricercatori, e vuole offrire una comprensione profonda del fenomeno migratorio in Italia a funzionari pubblici, operatori sociali, ricercatori, studenti ma anche a tutti i vecchi e nuovi cittadini interessati a documentarsi sulla situazione italiana.
Nel volume si esamina il caso italiano nel contesto internazionale ed europeo, analizzando le dinamiche e la composizione dei suoi flussi migratori, per poi concentrarsi sugli ambiti strategici di inserimento, integrazione e partecipazione, con una particolare attenzione per l’inclusione lavorativa dei migranti sul territorio nazionale. In chiusura, gli autori si dedicano all’approfondimento di ciascun argomento nell’ambito dei diversi contesti regionali e territoriali.
Un’indagine che, nelle parole del presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS Luca Di Sciullo e del direttore del Centro Studi Confronti Claudio Parvati, ha prodotto “numeri che non fanno la storia, ma aiutano a leggerla”.
VIDEO - I numeri dell’immigrazione in Italia
Video a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti.
Il caso della Toscana: numeri e interpretazioni
A dispetto di un dibattito pubblico dominato dal “rischio di un’invasione” e dalla difficoltà ad accogliere flussi crescenti di migranti, i numeri di IDOS raccontano una diminuzione della crescita della popolazione straniera, con un incremento annuo del 2% nel 2017 (contro quello del 12% registrato nel 2008).
Secondo i dati ISTAT, sono 408.463 gli stranieri iscritti alle anagrafi comunali alla fine del 2017, con un’incidenza dell’11% sulla popolazione totale residente. I dati del Ministero dell’Interno sui permessi di soggiorno segnalano inoltre un aumento della propensione all’insediamento stabile: oltre due terzi dei soggiornanti dispone di un permesso di soggiorno di durata illimitata - un titolo che può essere ottenuto solo dopo cinque anni di regolare permanenza in Italia, o per ricongiungimento familiare con un cittadino UE. A questi vanno aggiunti quei permessi a termine che presuppongono l’intenzione di un radicamento duraturo, che porterebbero il numero di chi vuole restare al 94,4% del totale dei permessi di soggiorno rilasciati in Toscana.
Per quanto riguarda la geografia delle presenze, il territorio regionale conferma le sue peculiarità storiche: una maggiore incidenza rispetto alla media nazionale di cittadini originari dell’Asia orientale (16,6% dei residenti stranieri rispetto al 9,4% in Italia), e dell’Europa centro-orientale (23,9% contro 20,4%). Più bassa invece l’incidenza di cittadini dell’Africa settentrionale (8,4% del totale dei residenti stranieri, su una media nazionale del 12,7%) e dell’Asia centro-meridionale (6,8% contro 10,2%).
I lavoratori stranieri in Toscana
Per quanto riguarda la dimensione lavorativa, la situazione occupazionale degli stranieri resta più difficile di quella italiani, con tutto quel che ne consegue dal punto di vista delle retribuzioni. Il tasso di disoccupazione della popolazione proveniente da paesi terzi è del 16,8%, più del doppio dei cittadini nati in Italia (7,3%). Tra gli stranieri con occupazione, il 65,7% lavora nel settore dei servizi, prevalentemente nei servizi domestici. Il restante 34,3% si divide nell’ordine sul settore industriale (28,6% degli occupati, per la maggior parte nel settore delle costruzioni) e quello dell’agricoltura (5,8%). In generale, i lavoratori stranieri sono concentrati nelle professioni manuali a bassa qualifica (27,9% della popolazione straniera con occupazione, contro il 6,5% dei lavoratori italiani) e in quelle manuali specializzate (31,7%, contro il 24% degli italiani), mentre figurano molto poco tra dirigenti e professionisti (8,7% del totale, rispetto al 36,9% degli italiani). Il 43,1% dichiara di essere sovraistruito rispetto alla mansione che svolge.
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