#AccoglienzaToscana: al centro del sistema il rilancio della figura del mediatore interculturale - #Accoglienza Toscana
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#AccoglienzaToscana: al centro del sistema il rilancio della figura del mediatore interculturale
Nel sistema di #AccoglienzaToscana rimangono di fondamentale importanza i tratti distintivi che fanno del nostro territorio un modello di accoglienza virtuoso. In questo momento, nello specifico, il lavoro congiunto di Regione Toscana e Anci Toscana ha portato alla riqualificazione della figura del mediatore interculturale da inserire nel Repertorio regionale delle figure professionali.
Il convegno
Il tema è stato affrontato in tutte le sue sfaccettature all’interno del partecipato convegno “Mediazione interculturale e cittadini migranti: una nuova figura professionale per una società in trasformazione” che ha riunito, sabato 10 novembre a Firenze, i maggiori esperti di settore, i mediatori culturali che lavorano in regione e i rappresentanti degli enti locali. In apertura del convegno l’assessore Vittorio Bugli ha introdotto l’argomento riflettendo su come da come la presenza degli stranieri in Italia viene rappresentata: con stereotipi inesatti, sia nei numeri che nei contenuti, che la fanno diventare una minaccia invece di un’opportunità. A fronte di un territorio regionale che invecchia (il 25% della popolazione toscana ha più di 65 anni) e di un calo delle nascite, il contributo dei cittadini stranieri che in Toscana lavorano, studiano, fanno impresa e costruiscono qui il loro progetto di vita può essere davvero fondamentale. La minaccia non viene certo nemmeno dal mondo dell’accoglienza, con la cosiddetta “invasione” che equivale a 20.000 sbarchi totali nel 2018, e alla presenza di 11.000 persone nel sistema di accoglienza toscano. In tal senso, ha aggiunto l’assessore Cristina Grieco, la nuova figura del mediatore interculturale riconosciuta a livello nazionale rappresenta un traguardo importante in un sistema complesso di governance locale in cui è necessario valorizzare questa professionalità e creare opportunità nei territori. Nel dare inizio ad un percorso di valorizzazione di una figura che si intende mettere al centro del nostro sistema di accoglienza, hanno portato un contributo anche l’Università per stranieri di Siena e l’ateneo fiorentino. I relatori hanno fornito un focus su mediazione e formazione universitaria e sulle interconnessioni con i sistemi di interpretariato. Ne è emerso con chiarezza che la nuova figura non trova riferimento nel ruolo del traduttore, ma di un professionista a 360 gradi, in grado di mediare e mettere in relazione due culture.
Il direttore di Anci Toscana, Simone Gheri, ha altresì sottolineato che il lavoro svolto fino a questo punto nella ridefinizione della figura professionale si colloca perfettamente tra le operatività del Libro bianco in tema di sistema di accoglienza diffusa in quanto miglior sistema possibile teso alla piena integrazione. A seguito degli interventi in plenaria, si sono svolti 4 workshop di lavoro in tema di sanità, scuola, accesso ai servizi e al mondo del lavoro e in ambito giudiziario.
Sanità
Nei corridoi del pronto soccorso, sul lettino di un ambulatorio medico, nella sala d’attesa di un consultorio o di un pediatra, in un centro di salute mentale: chi ha partecipato al workshop di ambito sanitario non ha dubbi sul fatto che mediazione interculturale rappresenti un’opportunità di crescita per ogni tassello del sistema sanitario. I partecipanti hanno infatti riconosciuto l’alfabetizzazione sanitaria e la comunicazione tra medico e paziente come i due elementi chiave per costruire un sistema accessibile a tutti, efficiente e sostenibile - che sia quindi in grado di offrire cure efficaci e appropriate. Le caratteristiche fondamentali del sistema su cui il gruppo di lavoro ha posto l’accento sono la continuità di interventi di mediazione competente e professionale, così come l’integrazione multidisciplinare tra il lavoro del mediatore, quello dello staff medico e quello di altre figure specialistiche talvolta indispensabili come gli antropologi e gli etno-psichiatri.
Scuola
Per quanto riguarda il sistema scolastico, i partecipanti si sono soffermati sulla necessità di predisporre di un servizio professionale per non dover ricorrere alle soluzioni di mediazione "fai da te" da parte degli insegnanti, e hanno segnalato come spesso il mediatore si trovi vincolato a svolgere unicamente attività didattiche che non gli competono. Gli interventi provenienti dal mondo accademico hanno sottolineato inoltre come sia necessario iniziare a pensare la mediazione come un processo che coinvolge una pluralità di soggetti, e non come un ambito di esclusiva responsabilità del mediatore. Per quest'ultimo è stata rimarcata invece l'importanza di una funzione già esplicitata nella nuova Figura: la "progettazione di interventi di orientamento e integrazione interculturale", che coinvolgano in pianta stabile e con continuità insegnanti, la generalità degli studenti che compongono la classe e le rispettive famiglie.
Accesso ai servizi e al mondo del lavoro
Con il terzo workshop, relatori e partecipanti hanno di fatto rappresentato le caratteristiche degli ambiti di intervento del mediatore all’interno dei servizi pubblici. Dal dibattito è emersa la necessità di strutturare ulteriormente i servizi integrati di presa in carico, includendo anche il mediatore come figura chiave di supporto alle equipe multidisciplinari. Formazione, stabilità del servizio, continuità, valorizzazione della territorialità, reciprocità e politiche integrate sono state le parole chiave che hanno animato il confronto.
Giudiziario
Al tavolo di lavoro in ambito giudiziario, i referenti per la commissione territoriale per l’immigrazione, del tribunale e del foro di Firenze hanno ricostruito il ruolo della figura nei tre contesti mettendone in luce bisogni e criticità. In questo senso si è sottolineata la necessità di avere a che fare con una figura professionale che sia in grado di offrire un servizio di traduzione linguistica completo, che goda della padronanza delle componenti culturali entro cui vanno interpretate le testimonianze e il lessico utilizzato. Tra le maggiori criticità sottolineate, il fatto che né il tribunale né la commissione dispongano di un proprio servizio dedicato, ma debbano spesso avvalersi di figure che non hanno avuto una formazione specifica. I mediatori presenti al tavolo si sono soffermati, invece, sulle difficoltà poste da un lavoro che si svolge prettamente a chiamata.
Grazie ai contributi dei partecipanti ai quattro workshop, Regione Toscana e Anci Toscana hanno quindi delineato una mappatura delle problematiche poste dal sistema vigente e delle opportunità connesse al rafforzamento della figura del mediatore nelle politiche di accoglienza e integrazione dei cittadini di paesi terzi. Gli spunti emersi nella mattinata di lavoro saranno fondamentali nel consolidamento e nella valorizzazione dell’attuale figura professionale all’interno del sistema dei servizi, così da garantire una risposta coerente e strutturata alle esigenze di una società in trasformazione. Clicca qui per leggere nel dettaglio la nuova Figura Professionale.